mercoledì 21 novembre 2012


I soldi di Dio.



"Potere e beni materiali sono le tentazioni del diavolo"
Joseph Ratzinger
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1- LO STATO VATICANO
2-PATRIMONIO IMMOBILIARE
3-MERCATO IMMOBILIARE
4-TURISMO
5-BANCHE
6-OTTOXMILLE (LA TRUFFA)
7-ALTRI CONTRIBUTI PUBBLICI ALLA RELIGIONE CATTOLICA
8-L'ESENZIONE ICI
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1-IL VATICANO
Indipendenza: 11 febbraio 1929
Proclamazione: 11 febbraio 1929

Forma di governo: "Monarchia assoluta(1) elettiva a carattere vitalizio di tipo patrimoniale(2)". (WIKIPEDIA)

(1)Principali Monarchie assolute formali esistenti e titolo relativo:
Arabia Saudita: Re,Bahrein: Re,Brunei: Sultano,Città del Vaticano: Papa,Emirati Arabi Uniti: Presidente della Federazione,Oman: Sultano,Qatar: Emiro,Swaziland: Re.
(2)Cioè non vi è alcuna distinzione fra il patrimonio del sovrano e quello dello Stato ed anche i poteri pubblici rientrano nel patrimonio del sovrano, quale persona fisica, sicché possono essere oggetto di vendita, successione ereditaria, costituzione in dote ecc. Era la situazione esistente in Europa durante il periodo feudale. Oggi questa forma di stato è pressocchè scomparsa se si eccettua, secondo l'opinione prevalente, lo Stato della Città del Vaticano.

- La Città del Vaticano si estende su 44 ettari di terreno(0,44 km² ). Ha 911 residenti di cui 532 cittadini, il cui reddito pro-capite ammonta a 407.095 euro. Non produce beni e i suoi servizi sono per lo più gratuti. La sua economia (con i suoi profitti) si basa sugli investimenti, mobili e immobili, sul patrimonio esistente, le rendite e sulle rimesse delle diocesi sparse nel mondo; sono 4649 riunite in 110 Conferenze Episcopali. Il bilancio di tutto questo è tenuto dall'Apsa (Amministrazione patrimonio sede apostolica) e la Prefettura per gli Affari economici, guidata dal cardinale Sergio Sebastiani, lo controlla. A quest'ultima è anche demandato il compito di controllare i bilanci dello Ior (l'Istituto per le opere religiose), la banca Vaticana. Ogni diocesi inoltre gestisce un patrimonio a sé. Fatto di immobili, titoli e offerte dei fedeli. La Città del Vaticano è composta da tre parti (a volte considerate personalità giuridiche altre no). Lo Stato, la Santa Sede e la Curia. Il primo è l'entità territoriale, la seconda è il vertice della Chiesa e la Curia è la struttura organizzativa. Tutte le istituzioni vaticane spesso rivendicano l'extraterritorialità e la non rispondenza alle leggi degli altri Stati-Nazione.
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2-PATRIMONIO IMMOBILIARE:

PATRIMONIO ROMANO
400 istituti di suore, 300 parrocchie, 250 scuole cattoliche, 200 chiese non parrocchiali, 200 case generalizie, 90 istituti religiosi, 65 case di cura, 50 missioni, 43 collegi, 30 monasteri, 20 case di riposo, altrettanti seminari, 18 ospedali, 16 conventi, 13 oratori, 10 confraternite, sei ospizi. Sono quasi 2 mila gli enti religiosi residenti SOLO NELLA CAPITALE, e risultano proprietari di circa 20 mila terreni e fabbricati, suddivisi tra città e provincia.**
PATRIMONIO ITALIANO
«Il 20-22% del patrimonio immobiliare nazionale è della Chiesa» per un valore di circa 9000 miliardi di vecchie lire.**
PATRIMONIO MONDIALE
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- Un quarto di Roma, a spanne, è della Curia. Partendo dalla fine di via Nomentana, all'altezza dell'Aniene, dove le Orsoline possiedono un palazzo di sei piani da oltre 50 mila metri quadri di superficie, mentre le suore di Maria Ripatrarice si accontentano di un convento di tre piani; e scendendo a sud est per le centralissime via Sistina e via dei Condotti, fino al Pantheon e a piazza Navona, dove edifici barocchi e isolati di proprietà di confraternite e congregazioni si alternano a istituzioni come la Pontificia università della Santa Croce.
- E ancora, continuando giù per il lungotevere e l'isola Tiberina, che appartiene interamente all'ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio.E poi su di nuovo per il Gianicolo, costeggiando il Vaticano fino sull'Aurelia Antica dove si innalza l'imponente Villa Aurelia, un residence con 160 posti letto, con tanto di cappella privata e terrazza con vista su San Pietro, che fa capo alla casa generalizia del Sacro Cuore.
- È tutto di enti religiosi. Un tesoro immenso che si è accumulato nei decenni grazie a lasciti e donazioni: più di 8 mila l'anno scorso nella sola area di Roma città. Ma non c’è solo la Capitale. La Curia vanta possedimenti cospicui anche nelle roccaforti bianche del Triveneto e della Lombardia: a Verona, Padova,Trento. Oppure a Bergamo e Brescia, dove gli stessi nipoti di Paolo VI, i Montini, di mestiere fanno gli immobiliaristi.
- Scoperto con il Giubileo, il fenomeno del turismo religioso si è conquistato l’attenzione crescente delle alte sfere della Chiesa. Intorno a questo nuovo business si è sviluppata l’Opera romana pellegrinaggi di monsignor Liberio Andreatta, cui fa capo l’agenzia viaggi Quo Vadis. Insieme al gruppo Cit la Santa Sede aveva anche messo a punto un progetto molto ambizioso per creare a Pietrelcina, il luogo natio di Padre Pio, un polo turistico religioso, con 76 milioni di investimenti: poi la crisi dell’operatore viaggi ha fermato tutto. Ma che il settore sia in crescita lo dicono le cifre: in tutto il paese si contano circa 3.300 case per ferie gestite da enti religiosi, con un giro d'affari annuo stimato in 4,5 miliardi, e 200 mila posti letto.
- Di questi 5 mila sono a Roma, città che solo a Pasqua registra più di 600 mila pellegrini. Oltretutto il calo delle vocazioni ha svuotato abbazie e monasteri, che sono più di 2 mila in tutta Italia, e questo proprio mentre gli ordini venivano chiamati a rispondere ad una nuova razionalità economica. È un boom che ha moltiplicato i cantieri per trasformare antichi conventi e collegi religiosi in case di accoglienza e veri e propri alberghi, soprattutto nella Capitale.
- E così un palazzo del Borromini di proprietà delle suore Oblate di Santa Maria dei Sette dolori in Trastevere si avvia a diventare un hotel con 62 camere. Sempre a Trastevere è già in funzione il San Giuseppe di vicolo Moroni, mentre il Collegio gregoriano di via San Teodoro, che s'affaccia sul Palatino, verrà dato in gestione a terzi dopo la riconversione.
- È una febbre edilizia che finora è stata gestita con riservatezza da pochi intermediari di fiducia, primo tra tutti il gruppo Re, Religiosi ed ecclesiastici, di Vincenzo Pugliesi e Franco Alemani. Una realtà nata più di vent'anni fa, con lo slogan «non dannatevi per vendere un convento», che si è specializzata nella compravendita e ristrutturazione di beni ecclesiastici e oggi ricava dall'attività con ordini e congregazioni una trentina di milioni l'anno (su un fatturato complessivo di 55 milioni).
- «La prima richiesta che ci arriva», spiega il vicepresidente Alemani, «è vendere sempre dando la prelazione alla Chiesa». È per questo che sono bandite le aste mentre a dirigere la controllata cui fa capo il business religioso, la Re spa, è stato chiamato di recente l'erede di una delle famiglie che contano in Spagna, Antonio Fraga Sanchez. I primi acquirenti di beni della Curia sono proprio loro, il Santander e il Bilbao, da sempre a braccetto con il potentissimo Opus Dei.
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3-MERCATO IMMOBILIARE
- All'incirca il 20-22% del patrimonio immobiliare italiano fa capo alla Chiesa. Un quarto di Roma è intestato a diocesi, congregazioni religiose, enti e società del Vaticano. Solo le proprietà che fanno capo a Propaganda Fide (il «ministero degli Esteri» del Vaticano che coordina l'attività delle missioni nel mondo) ammontano a 8-9 miliardi.
- Negli ultimi due anni il Vaticano ha cominciato a fare trading immobiliare, vendendo beni per quasi 50 milioni. Nel 2006 a Roma si sono registrate più di 8 mila donazioni di beni immobiliari, in provincia sono state 3.200. Il doppio rispetto a una città come Milano. Il più grande intermediario immobiliare che lavora con la Chiesa, il gruppo Re spa, realizza da questa attività circa 30 milioni di fatturato.

4-TURISMO
In tutta Italia si contano 200 mila posti letto gestiti da religiosi, con 3.300 indirizzi, tra case per ferie, hotel, centri di accoglienza per pellegrini. il giro d'affari è stimato in 4,5 miliardi.
In tutto il paese si contano più di 2 mila monasteri e abbazie. A Roma sono 5 mila i posti letto ufficialmente disponibili in ex conventi e collegi religiosi. Il giro d'affari del turismo religioso nella Capitale è stimato intorno ai 150 milioni di euro.

(http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2007/05/10/11019-chiesa_possiede.shtml)
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5-BANCHE:**
Il patrimonio gestito dallo Ior, la banca del Vaticano, e l'Apsa, sfiora i 6 miliardi.
- L'Apsa
è in pratica la Banca Centrale della Città del Vaticano. Essa svolge funzioni di tesoreria e gestisce gli stipendi dello Stato. Fra i suoi compiti c'è anche quello di coniare moneta. Nel 1998 infatti, l'Ue ha autorizzato l'Apsa ad emettere 670mila euro l'anno.
- Lo Ior
é la banca della Città del Vaticano (ricordate il banco Ambrosiano e il crac e al cardinale Marcinkus?).
Lo Ior ha sede unica in Vaticano. Non ha filiali in nessun altro luogo. Non ha accesso diretto ai circuiti finanziari internazionali.
>>> Non aderisce alle norme antiriciclaggio sulla trasparenza dei conti («questa situazione è molto peggio dei cosìddetti paradisi fiscali» tanto da poter dire di essere «di fronte a una potenziale centrale di riciclaggio internazionale»).
Il riferimento è la segreteria di Stato vaticana di monsignor Angelo Sodano. Oggi lo Ior amministra un patrimonio di circa 5 miliardi di euro. Ai suoi clienti (dipendenti del Vaticano, membri della Santa Sede, ordini religiosi, benefattori) garantisce un tasso annuo del 12%. Poco si sa sulle attività della banca; dove investa, a chi dia crediti. Nel 2002 il dipartimento del Tesoro americano ha segnalato che il Vaticano ha 289 milioni di dollari in titoli Usa. L'advisor inglese Guthrie Group ha reso nota una joint venture tra Ior e partner americani per un valore di 273,6 milioni di euro. Ultimamente, si sa che le isole Cayman, il noto paradiso fiscale internazionale, sono passate dal controllo della diocesi giamaicana, guidata dal cardinale Adam Joseph Maida, membro del collegio di vigilanza dello Ior, a quello diretto del Vaticano.
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6-OTTOXMILLE(8x1000) - LA DISTRIBUZIONE DEL GETTITO
(UNA TRUFFA CHE NON ESISTE IN NESSUN ALTRO PAESE AL MONDO!!!)

La chiesa cattolica ripartisce i fondi così:

Sacerdoti-37% (373_mln)
Interventi Nazionali-29% (295_mln)
Diocesi italiane-25% (250_mln)
Terzo Mondo-9% (85_mln)
Dal 2003 è stato costituito un fondo di accantonamento (50 milioni nel 2003) che mettono da parte (investimenti fruttiferi)
(dal 1990- 12.843.000.000 di euro)

Il Ministero delle Finanze, già restìo a fornire statistiche in merito (comunica i dati alle sole confessioni religiose, che ne danno notizia con estrema riluttanza), è peraltro estremamente lento nel diffondere i dati. Le ultime comunicazioni ufficiali e definitive si riferiscono incredibilmente alle dichiarazioni dei redditi del 2003 (redditi 2002).

Questa la distribuzione:

89,16% Chiesa Cattolica (con 35,24% di preferenze)
8,38% Stato
0,55% Valdesi
0,39% Comunità Ebraiche
0,27% Luterani
0,22% Avventisti del settimo giorno
0,07% Assemblee di Dio in Italia

Solo il 35,24% della popolazione esprime una scelta a favore della Chiesa cattolica mentre il 60% NON FIRMA credendo che l'8X1000 vada allo STATO. Per dare un’idea dell’enormità della cifra corrisposta grazie a questo meccanismo, la Conferenza Episcopale ha disposto nel 2007 di contributi per 991 milioni di euro.
* i dati sono presi dal sito della chiesa cattolica (http://www.8xmille.it/).
ps: La chiesa «poverella» aveva spinto la Dc ad accollare allo Stato mille miliardi di lire (dell'epoca) l'anno.
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7-ALTRI CONTRIBUTI PUBBLICI ALLA RELIGIONE CATTOLICA
- sempre con la dichiarazione dei redditi, è possibile dedurre dal proprio reddito versamenti alle chiese fino all’ammontare di due milioni di vecchie lire, intorno ai mille Euro; in proposito, rileviamo come il numero di offerte per il sostentamento dei sacerdoti sia, negli ultimi anni, costantemente calato;
- pagamento pensioni al clero: un fondo speciale dal disavanzo perennemente in rosso. Fortunatamente, con la Finanziaria 2000 si è intervenuti almeno su questi, innalzando a 68 anni l’età pensionabile e aumentando i contributi a carico dei sacerdoti;
- esenzione fiscale totale, comprese imposte su successioni e donazioni, per le parrocchie e gli enti ecclesiastici;
- pagamenti degli stipendi agli insegnanti di religione, nominati dai vescovi: incidono per più di 1.000 miliardi (delle vecchie lire) sul bilancio statale;
- finanziamenti alle scuole cattoliche;
- parte degli oneri di urbanizzazione a disposizione dei Comuni deve essere destinata agli «edifici di culto». Non solo. Recentemente sono state stipulate intese ad hoc tra diverse Giunte e Conferenze episcopali regionali che hanno riguardato anche i beni culturali ed ecclesiastici, il turismo religioso e la retribuzione del personale ecclesiastico presente negli ospedali. Per sensibilizzare la popolazione su questo tema l’UAAR ha recentemente lanciato la sua «campagna oneri».
- contributi agli oratorî: concessi da diverse regioni, nel maggio 2001 sono stati presentati due disegni di legge (identici) da parte di alcuni parlamentari dell’UDC. Nel luglio 2003 tali testi, dopo alcune modifiche, sono diventati legge. Contro il provvedimento si sono espressi ben pochi parlamentari: tra i contrari Tiziana Valpiana, la cui dichiarazione di voto contrario alla Camera dei deputati contiene importanti dichiarazioni sulla necessità di una effettiva parità tra credenti e non credenti.
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8-L'ESENZIONE ICI
Nell’ambito del Decreto Fiscale collegato alla Legge Finanziaria 2006, il Parlamento ha introdotto l’esenzione ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) per gli immobili adibiti a scopi commerciali per la Chiesa (ulteriormente estesa alle associazioni no-profit). Il patrimonio immobiliare della Chiesa cattolica è incalcolabile (si parla di un 20-25% dell'intero territorio nazionale), e incalcolabile è quanto di tale patrimonio sia effettivamente utilizzato per fini spirituali, quanto per fini commerciali e quanto per fini commerciali 'occultati' dietro i fini spirituali.
Secondo stime dell’ANCI, il provvedimento avrebbe comportato minori entrate per i Comuni nell’ordine di 700 milioni di Euro. Il d.l. 223 del 4 luglio 2006 ha successivamente eliminato tale esenzione. La sua formulazione («Attività di natura esclusivamente commerciale»), tuttavia, di fatto vanifica il provvedimento e mantiene in vigore tale privilegio: è infatti sufficiente che all’interno dell’immobile destinato ad attività commerciale si mantenga una piccola struttura destinata ad attività religiose.
Nell'agosto 2007 la Commissione Europea ha chiesto al governo italiano informazioni supplementari su tali vantaggi fiscali. Non risulta che né il governo Prodi, né il governo Berlusconi che subentrò nel 2008 le abbiano mai risposto.
Tra gli immobili a uso commerciale che, stando a notizie di stampa, beneficiano di tale esenzione, troviamo la casa alberghiera delle Suore Brigidine, nella prestigiosa Piazza Farnese a Roma, e il centro spiritualità e convegni Mondo migliore, una struttura voluta dall’Istituto diocesano per il sostentamento del clero.
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**Marina Marinetti su Panorama Economy l'8 gennaio 2004 Pubblicato Novembre 28, 2004.

QUESTA E' SOLO UNA PICCOLA E CIRCOSCRITTA RELAZIONE SU ALCUNI ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI E, LIMITATA (SONO INFATTI ESCLUSI TUTTI I VARI TIPI DI COLLABORAZIONI ED INVESTIMENTI, CONOSCIUTI E SCONOSCIUTI), CHE ESCLUDE ALTRI ASPETTI QUALI LA STORIA, LA MORALE, I TRIBUNALI E LA GIURISPRUDENZA, LE CONNESSIONI CON OMICIDI, MAFIE E DELINQUENZA, LE MENZOGNE, I TRADIMENTI, IL SESSO E LA PEDOFILIA, IL CONTROLLO DELLE MASSE, IL POTERE, I META LIVELLI D'INFLUENZA SULLA VITA SOCIALE, ECONOMICA, FINANZIARIA, POLITICA, SCIENTIFICA, EDUCATIVA (NON SOLO ITALIANA)...
INSOMMA PURE ESSENDO UNA NOTA LUNGA PER FACEBOOK, E' SOLTANTO UNA GOCCIA NEL DESERTO DELLA NOSTRA IGNORANZA.
AUGURO A TUTTI I CATTOLICI DI RAGIONARE SERIAMENTE SU CERTE COSE, SI PUO' ESSERE CREDENTI E CRISTIANI "MIGLIORI".

ESSERE CATTOLICI SIGNIFICA UBBIDIRE AD UN CAPO DI STATO NON A DIO.
NON RICONOSCO CHI IN NOME DI DIO O GESU' NE TRADISCE I FONDAMENTI.
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